Collezione "Disturbing" - Primavera Estate 2023

“DISTURBING” arriva in ritardo.

Un paio di mesi di ritardo? Forse anche più.

In ritardo per modi, tempi, sensazioni, immagini e parole.

Non era mai accaduto che una collezione unisse tra loro frasi a immagini di un unico artista.

Questa volta accade così.

“DISTURBING” vuole fermarsi solo su certi momenti, lasciando che l’occhio cada su qualcosa di appena intravisto.

Qualcosa di simile che si sposta e scorre senza mai avere paura di fermarsi.

Perchè la paura di tanti, la paura forse di tutti, è proprio questa…riuscire a fermarsi.

“DISTURBING” si ferma, eccome.

Arriva insieme a “NEON COLLECTION”.

E’ la prima volta che escono due collezioni insieme nella stessa stagione.

Due collezioni distanti, lontane e che apparentemente sembrano non avere nulla in comune.

“NEON COLLECTION” è fatta di luci, riflessi, brandelli di storia e pezzi di musica abbandonati in qualche angolo di un mondo mai solamente sbagliato.

Non una colonna sonora come tante, ma qualcosa nato per accompagnare un viaggio dentro immagini e frasi volutamente troppo diverse.

“DISTURBING” però non ha la pazienza di accompagnare o aspettare nessuno.

E’ maleducata, irriverente e polemica.

Mai troppo, ma tanto polemica.

Piena e colma di quelli che, almeno all’inizio, tutti noi abbiamo chiamato semplicemente sogni.

Così erano e per questo li abbiamo visti nascere, crescere, accarezzati prima e poi lasciati camminare con le proprie gambe.

Sogni che oggi riusciamo a scrutare con il coraggio di quello che sono riusciti a restare…figli di speranze mai abbandonate.

Ed è cosi, un pò come in tutti i teatri, anche dopo gli ultimi ringraziamenti e prima che ogni luce lasci spazio a quello che è appena stato, anche in “DISTURBING” quando le luci si abbassano, rimane sempre l’ultimo pezzo dell’ultimo sogno che prova ad attaccarsi a qualcosa che abbia almeno le sembianze di un ricordo da non buttare.

Non ci prova in tutti i modi.

Prova a farlo nell’unico che oggi avrebbe un senso.

Fermandosi.

Fermando e fotografando momenti e passaggi che, non è detto, siano rimasti per sempre.

Nel bene e nel male. Come in fondo è giusto che sia.

Non c’è mai nulla di unico e solo nei destini delle persone, nei loro sogni e nei loro errori.

Ci saranno sempre troppi angoli perfettamente sbagliati su cui appoggiarsi per vedere tutto in modo diverso.

Ci saranno sempre troppe cose incastrate senza un senso nella vita di così tante anime.

“DISTURBING” vive di se stesso ma soprattutto vive su due specchi che non scrutano e basta.

Il primo specchio osserva. Il secondo riflette.

Ed è così che nascono i contrasti. E’ così che respirano i dubbi.

Basta veramente poco per accorgersi che di contrasti e dubbi, in questo modo, ne nascono a milioni.

E’ solo così che si intravedono spigoli troppo ruvidi e netti.

Spigoli e angoli che troppo spesso qualcuno ci consiglia di guardare come se non fossero mai esistiti.

Riuscire a notare quello che rimane sottile, riuscire a cogliere quello che è praticamente invisibile a troppi, nasconde sempre qualcosa che può essere nello stesso momento il più grande pregio o il peggior difetto.

“DISTURBING” non lascia mai spazio a troppi dubbi o a troppe certezze che spesso diventano finte verità.

Ed è così, mai per caso e mai senza volerlo, che tutto finisce davanti a quei due specchi che osservano e riflettono.

Il problema non può non rimanere.

Quando due specchi fissano qualcuno o qualcosa, spogliano sempre, tagliano spesso e non sfiorano mai.

Gli specchi fanno così. Avvolgono e toccano ma non sfiorano mai.

Che ci sia un dubbio o una verità davanti, a loro interessa poco.

Non sarà mai un problema loro.

“DISTURBING” regala e lascia questo.

Regala specchi che riflettono e osservano pagine di un libro probabilmente sfogliato con troppa fretta o che, forse, abbiamo semplicemente letto troppo presto o troppo tardi.

Regala specchi che non hanno paura di rileggere pagine di storia scritte e pensate per come potevano e dovevano essere lette.

Specchi che non hanno paura di sbattere in faccia l’ipocrisia di chi oggi ha il coraggio di travestirsi alla luce del giorno per comprarsi la nostra fiducia.

Specchi che, nonostante tutto, cercano di lasciare sempre qualcosa in cui credere.

In fondo non si disturba mai senza un motivo.

“DISTURBING” infatti, non vuole solo disturbare e basta.

Sarebbe molto stupido, troppo facile e senza senso.

“DISTURBING” è questo.

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